A chi interessa lo scontro Saviano-de Magistris?

scampiaViene da chiedersi quale medico lo abbia prescritto. Quale astro ci avrà mai costretto al periodico scontro tra Roberto Saviano e Luigi de Magistris su Scampìa o altri temi della città? Ancora una volta il quartiere è terreno di scontro mediatico, come se non bastassero quelli veri in strada tra le gang dello spaccio.

Il fatto

Niente autorizzazione per la fiction Gomorra prodotta da Sky. A lanciare la provocazione è il presidente della Municipalità Angelo Pisani. Poi ci pensa Luigi de Magistris a rincarare la dose: al massimo devono pagare e i soldi vadano alle associazioni del territorio. Lo scrittore, in preda alla collera e alla solita sindrome da sermone, scomoda censura, rivoluzione, reazione. Su Scampìa, sul brand del suo successo internazionale, ovviamente, non manca un intervento (dopo gli epitaffi alla morte di personaggi famosi), mentre tace su tante altre cose.

La polemica

La reazione dello scrittore è scomposta perché il guru nazional popolare ha un ruolo nella sceneggiatura (ben pagata, ovviamente). Il Saviano furioso scomoda parole come censura e rivoluzione. Accusa il sindaco di essere reazionario perché “con il racconto Scampìa puo’ì liberarsi”. Peccato che il racconto è sempre lo stesso da 7 anni, fermo a quell’unico libro di cui si è impossessato un circo politico-editoriale che va da Mondadori e arriva al gruppo Espresso, passando per Endemol. Quale aderenza alla vita del quartiere puo’ essere data da una persona che da oltre un lustro non vive a Napoli? A quali fonti deve tener fede per avere solo una minima idea di quello che succede? La credibilità non si conquista con una prima serata Tv.

Il sindaco

Re Giggino non si trattiene dal voler affrontare le cause perse. Ripropone la polemica con Saviano con quella passione che i cittadini vorrebbero vedere utilizzata nell’Amministrazione della città. Celebra l’associazionismo del quartiere ma non dice nulla sulla decisione di chiusura al pubblico dopo le 14 dell’unica biblioteca di quel territorio. Tentativo sventato dalle proteste degli studenti e del pressing del parlamentino nei confronti di Palazzo San Giacomo. Infatti l’unica dell’VIII Municipalità, la “Severino” di Pscinola (a Scampìa non esiste una biblioteca)  per decisione dell’Amministrazione non doveva essere più aperta fino alle 19, ma fino alle 14,30. Il risparmio sul salario dei dipendenti è complessivamente di 30 euro al giorno. È possibile che quel territorio così vasto debba avere una sola biblioteca? È possibile che si perde a parlare di rivoluzione e a scazzarsi con un Saviano invece di aprire una vertenza sulle periferie della città? No, non è possibile.

Alcune domande in conclusione

Perchè la città deve sorbirsi queste patacche mediatiche? Chi ha stabilito che i giovani di quei quartieri debbano essere i cittadini di “Gomorra” e non semplicemente di Napoli?

Perchè i cittadini di Scampìa e della periferia nord di Napoli non possono avere un sindaco che affronti seriamente la situazione?  Perchè?

Autore: Giuseppe Manzo

Journalist, press office, social media manager, blogger, author

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